Bici tattile – due ruote per apprendere

illustrazioni tattili di Fernanda Pessolano

testi di Marco Pastonesi

didascalie e testi con trascrizione in braille

La bicicletta è minerale: acciaio o carbonio, titanio o alluminio, sa di officina metalmeccanica e metallurgica, figlia di un dio Vulcano che non sta nell’Olimpo ma in qualche laboratorio artigianale. La bicicletta è vegetale: legno, perfino bambù, il massimo della flessibilità per la resistenza, il massimo della resistenza per la leggerezza, il massimo della leggerezza per la velocità. La bicicletta è floreale, perché sa di primavera, è spirituale, perché rasserena l’anima, è mistica, perché spinge al silenzio e alla meditazione, è agonistica, perché costituisce lo sport del ciclismo, è turistica, perché serve per viaggiare ed esplorare, è scientifica, perché aiuta a cercare e scoprire, è fisica, perché trasforma le gambe in ruote, le braccia in manubrio, i polmoni in motore, è onirica, perché fa sognare, è aeronautica, perché fa volare.

Per Fernanda Pessolano, la bicicletta è tattile. Da toccare, da sfiorare, da accarezzare. Da sentire, anche da ascoltare, sempre da scoprire, comunque da giocare. Perché la bicicletta è da disegnare e ritagliare, da smontare e ricostruire, da inventare e rivoluzionare, da leggere e raccontare, da studiare e ammirare, da colorare e respirare, da immaginare e realizzare, da fantasticare. Un’amica, una compagna, una complice, un’alleata, un punto di partenza e di riferimento, un punto in movimento, in lento movimento. La bici tattile è anche un modo per imparare: imparare a stare al mondo. I suoi silenzi, la sua pulizia, la sua sostenibilità, il suo essere nella natura, con rispetto, con allegria, con compagnia – se non altro – dei propri pensieri.