Marco Bandiera, album di figurine
Il diario del Giro d’Italia: Marco Bandiera (quattordicesima tappa)
Sabato 23 maggio 2015
Cento anni fa i bersaglieri-ciclisti. Oggi i corridori-postini. Che per “Libri in Giro” e la Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza scrivono una pagina del diario della corsa
Valdobbiadene (Treviso)
Questa è la mia terra. Sono nato a Castelfranco Veneto, abito a Maser, oggi si partiva da Treviso, a 20 chilometri da casa. E la mia è una terra di guerra e ciclismo, che a volte sono la stessa cosa, ed è una terra di lavoro e agricoltura, dunque anche di vini. Tant’è vero che si arrivava a Valdobbiadene.
Sessanta chilometri a cronometro non li avevo mai fatti in vita mia. Ero preoccupato: temevo di scoppiare. E c’era anche la pioggia. La prima parte piatta, quasi noiosa, la seconda mossa, fin troppo. Pronti, via, emozionato, perfino sorpreso. Anche se correvo in casa, la gente mi chiamava Tom. Non capivo. Finché mi sono accorto che la macchina che precede ciascun corridore portava il cartello con il nome di un altro corridore, un belga, credo. E non avevo neanche la macchina per l’assistenza: se avessi forato, sarei rimasto a piedi. Speravo che Oscar Gatto, il mio compagno di squadra partito tre minuti prima di me, mi aspettasse, così avremmo potuto condividere la stessa ammiraglia con le ruote di scorta. Invece lui è stato subito superato da un corridore, l’ha preso come punto di riferimento, e così è riuscito a fare un tempo migliore del mio. Io ho dovuto fare attenzione per l’asfalto viscido, così quell’ora e mezza è passata anche più velocemente di quanto immaginassi, poi ho trovato anche i miei amici e tifosi che m’incoraggiavano, e sono giunto al traguardo. Per la precisione, 168° – su 179 – a 10’29” da Kiryienka. Ma la crono non è la mia specialità.
La mia specialità, qui al Giro, sono i traguardi volanti e le fughe, specialità in cui non si può mai issare… bandiera bianca. In tutt’e due le classifiche sono al secondo posto. Se centro una fuga buona, magari nella tappa di Lugano o in quella di Verbania, potrei anche guadagnarmi il primo posto. Non è una questione di soldi o premi, ma soprattutto di soddisfazione e passione. Un anno fa ero salito sul podio di Milano, proprio per la classifica dei traguardi volanti. E mi erano venuti i brividi.
Treviso-Valdobbiadene (Treviso) di 59,4 km
Giacomo di cristallo, Gianni Rodari
Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l’aria e l’acqua.
… Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca.
Una volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, il segreto non fu più tale.
Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte…
La gente lo chiamava Giacomo di cristallo…. Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia…
La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze. Ma Giacomo non poteva tacere…
Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione… La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri…
Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte del tiranno, perché la verità èpiù forte di qualsiasi cosa, più luminoso del giorno, più terribile di un uragano.
Gianni Rodari, da Favole al telefono
lettura proposta per Bici chiama Pace laboratori
Haiku in bicicletta, Pino Pace
Ruota davanti
Memoria alla strada
Una canzone.
Sotto le ruote
Gira tutto il mondo,
pedalo piano.
Tanti amici
un frullar di pedali
Cadono le foglie.
Pino Pace, HAIKU in bicicletta, Notes edizioni
letture proposte per BICI chiama PACE
I 33 nomi di Dio, di Margareth Yourcenar
- MARE AL MATTINO
2. RUMORE DALLA SORGENTE NELLE ROCCE SULLE PARETI DI PIETRA
3. VENTO DI MARE A NOTTE SU UN'ISOLA
4. APE
5. VOLO TRIANGOLARE DEI CIGNI
6. AGNELLO APPENA NATO BELL'ARIETE PECORA.
7. IL TENERO MUSO DELLA VACCA - IL MUSO SELVAGGIO DEL TORO
8. IL MUSO PAZIENTE DEL BUE
9. LA FIAMMA ROSSA NEL FOCOLARE.
10. IL CAMMELLO ZOPPO CHE ATTRAVERSÒ
LA GRANDE CITTÀ AFFOLLATA ANDANDO VERSO LA MORTE.
11. L'ERBA L'ODORE DELL'ERBA.
12. DISEGNO DI MY - ASTERISCHI O STELLINE
13. LA BUONA TERRA LA SABBIA E LA CENERE
14. L'AIRONE CHE HA ATTESO TUTTA LA NOTTE, INTIRIZZITO
E CHE TROVA DI CHE PLACARE LA SUA FAME ALL'AURORA
15. IL PICCOLO PESCE CHE AGONIZZA NELLA GOLA DELL' AIRONE
16. LA MANO CHE ENTRA IN CONTATTO CON LE COSE
17. LA PELLE - TUTTA LA SUPERFICIE DEL CORPO
18. LO SGUARDO E QUELLO CHE GUARDA
19. LE NOVE PORTE DELLA PERCEZIONE
20. IL TORSO UMANO
21. IL SUONO DI UNA VIOLA O DI UN LAUTO INDIGENO
22. UN SORSO DI UNA BEVANDA FREDDA O CALDA
23. IL PANE
24. I FIORI CHE SPUNTANO DALLA TERRA A PRIMAVERA
25. SONNO IN UN LETTO
26. UN CIECO CHE CANTA E UN BAMBINO INVALIDO
27. CAVALLO CHE CORRE LIBERO
28. LA DONNA - DEI - CANI
29. I CAMMELLI CHE SI ABBEVERANO CON I LORO PICCOLI
NEL DIFFICILE WADI
30. SOLE NASCENTE SOPRA UN LAGO ANCORA MEZZO GHIACCIATO
31. IL LAMPO SILENZIOSO IL TUONO FRAGOROSO
32. IL SILENZIO FRA DUE AMICI
33. LA VOCE CHE VIENE DA EST ENTRA DALL'ORECCHIO DESTRO
E INSEGNA UN CANTO
testo letto durante i laboratori Bici chiama Pace
i bambini di 5 e 6 anni hanno aggiunto
34. Guardare le stelle
35. Imparare ad andare in bicicletta
36. Aiutare gli amici
37. Le carezze dalla mamma
38. Salutarsi con un bacio sulla guancia
...
Un bel mattino partirono dalla terra
da tre punti diversi tre razzi.
Sul primo c'era un americano
che fischiettava tutto allegro un motivetto jazz.
Sul secondo c'era un russo
che cantava con voce profonda «Volga, Volga»
Sul terzo c'era un cinese
che cantava una bellissima canzone,
che agli altri due sembrava stonata
Tutti e tre volevano arrivare primi su Marte
per mostrare che era più bravo.
L'americano infatti non amava il russo
e il russo non amava l'americano,
e il cinese diffidava di tutti e due.
E questo perché l'americano per dire buon giorno
diceva «how do you do»
Il russo diceva: «3APABCTBYNTE»
E il cinese diceva: «YJYJY!»
Così non si capivano e si credevano diversi.
Siccome tutti e tre erano bravi,
arrivarono su marte quasi nello stesso momento.
Scesero dalle loro astronavi
col casco e la tuta spaziale…
....trovarono
un paesaggio meraviglioso e inquietante:
il terreno era solcato da lunghi canali
pieni d'acqua color verde smeraldo.
C'erano strani alberi blu con uccelli mai visti ,
dalle piume di colore stranissimo.
All'orizzonte si vedevano montagne rosse
che mandavano strani bagliori.
I cosmonauti guardavano il paesaggio
e si guardavano l'un l'altro,
e se ne stavano ciascuno in disparte
diffidando l'uno dell'altro.
Poi venne la notte.
C'era intorno uno strano silenzio,
e la Terra brillava nel cielo
come fosse una stella lontana.
I cosmonauti si sentivano tristi e sperduti
e l'americano, nel buio, chiamò la mamma.
Disse: «Mommy»…
E il russo disse: «Mama.»
E il cinese disse : «Ma-Ma.»
Ma capirono subito che stavano dicendo
la stessa cosa e provarono gli stessi sentimenti.
Così si sorrisero, si avvicinarono,
accesero insieme un bel fuocherello
e ciascuno cantò le canzoni del suo paese.
Allora si fecero coraggio e,
attendendo il mattino impararono a conoscersi.
...
lettura scelta per BICI chiama PACE
Gira e rigira, mi gira la testa,
mondo sospeso vestito a festa
palla pallina verde e turchina,
di qua c’è sera, di là mattina,
di qua c’è oggi, di là domani,
luoghi vicini e luoghi lontani.