LIBRI nel GIRO. BCI chiama Pace. Le storie: Coenelis Blekemolen. Il 31 luglio 1914 s’inaugurarono i Mondiali di ciclismo su pista, a Copenaghen, in Danimarca. Ma più che aria di sport, tirava vento di guerra. Tre giorni prima l’Austria aveva dichiarato guerra alla Serbia, il giorno prima la Russia aveva annunciato la mobilitazione generale, e quello stesso giorno la Germania aveva inviato l’ultimatum alla Russia. Eppure la speranza per una risoluzione pacifica viveva ancora. La prima gara dei Mondiali di ciclismo era quella del mezzofondo dilettanti: fu vinta da un olandese, Cornelis Blekemolen. La seconda gara in programma era quella della velocità: ma non ci fu neppure il tempo per disputarla. Lo “starter” stava per dare il via alla prima batteria della competizione, quando venne fermato dallo “speaker”, che con il megafono annunciò la dichiarazione di guerra della Germania alla Francia. La fine dell’inizio (dei Mondiali) e l’inizio della fine (del mondo). La manifestazione fu sospesa, le altre gare cancellate. I corridori, da guerieri in pista, diventarono soldati in trincea. Blekemolen, “Cor” ma anche “Blekie”, era nato ad Amsterdam il 7 febbraio 1894. Figlio di un macellaio, si era innamorato delle due ruote lavorando in un negozio di biciclette come fattorino e fu introdotto nel mondo ciclismo grazie a conoscenze con corridori dell’epoca. Fece la sua gavetta: le prime corse a 15 anni, il primo piazzamento a 18, terzo nel campionato olandese su strada, la prima medaglia a 19, bronzo ai Mondiali di Lipsia nel mezzofondo, preludio dell’oro l’anno dopo a Copenaghen. Blekemolen tornò a correre dopo la Grande Guerra: divenne popolarissimo, lo chiamavano – succedeva sempre così, quando uno dei Paesi Bassi finiva in alto - “l’Olandese Volante”, ma lui era speciale, parlava sei lingue e fumava sigari. Sposò una cantante di operetta, frequentava sale teatrali e set cinematografici, e durante la Seconda guerra mondiale organizzava riunioni di ciclismo in teatri, dove i corridori si affrontavano in biciclette sui rulli. Continuò a dividersi fra ciclismo e spettacolo: allenatore in pista e manager a Utrecht, ma anche direttore del Churchill Theatre di Hilversum. Blekemolen morì il 28 novembre 1972, a Hilversum. Fu il suo ultimo volo.

Giro d'Italia 2010
Giro d'Italia 2010

LIbri nel Giro. Bici chiama Pace. Le storie: Eugène Christophe. Accadde nel 1913, l’ultimo prima della Grande Guerra. Eugène Christophe aveva 28 anni, era parigino di periferia, portava baffi imponenti ed era soprannominato “Le Vieux Gaulois”, il vecchio gallo, nel senso del popolo. Di quel Tour era il favorito numero 1. La sesta tappa era quella regina: si correva da Bayonne a Luchon, si scalavano Aubisque, Gourette, Soulor, Tourmalet, Aspin e Peyresourde. Su strade disastrate. Christophe era al comando della corsa quando a metà discesa, come avrebbe poi raccontato lui stesso, “a una decina di chilometri da Sainte-Marie-de-Campan, all’improvviso sentii che qualcosa non funzionava con il manubrio. Tirai i freni e mi fermai. Vidi che la forcella era rotta. Adesso posso dire che la mia forcella era rotta, ma in quel momento non avrei potuto dirlo perché era una cattiva pubblicità per la casa per cui correvo. Così stavo là, solo sulla strada. Quando dico strada, dovrei dire sentiero. Pensai che forse uno dei quei sentieri ripidi mi avrebbero portato direttamente a Saint-Marie-de-Campan. Ma piangevo così forte che non riuscivo a vedere niente. Con la bici in spalla, mi feci tutti quei 10 chilometri. Arrivato al villaggio, incontrai una giovane donna che mi condusse dal fabbro, dall’altra parte del villaggio. Si chiamava Monsieur Lecomte. Era gentile e mi voleva aiutare, ma non era autorizzato a farlo. Le regole erano rigorose. Dovevo fare tutte le riparazioni da solo. Non ho mai passato ore più complicate in vita mia di quelle, crudeli, nell’officina di Monsieur Lecomte”. S’impietosì perfino un bambino. Mentre Christophe era impegnato con martello e forcella, il bambino gonfiava le gomme. Risultato: un giudice appioppò a Christophe 10 minuti di ritardo in classifica, poi ridotti a tre. Ininfluenti. Perché l’operazione meccanica richiese più o meno quattro ore, e Christophe giunse a Luchon alle 20.44, 29°, comunque prima di altri 15 corridori. E fu infine settimo a Parigi.

Giro d'Italia 2016
Giro d'Italia 2016

Libri nel giro

Torna “Libri nel Giro”, la rassegna cicloletteraria di incontri, laboratori e mostre, che accompagna il Giro d’Italia. Questa del 2016 è la terza edizione, s’intitola “Bici chiama Pace” ed è dedicata ai valori pacifici, educativi, ecologici, poetici e umani della “piccola regina”, candidata al Premio Nobel per la pace 2016. Proposto dalla Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza e dall’associazione Ti con Zero e organizzato da Fernanda Pessolano, “Libri nel Giro 2016” è possibile grazie alla collaborazione con il Centro per il libro e la lettura – Il Maggio dei libri, repubblica.it, Istituzione delle Biblioteche di Roma, Festival del calcio e dello sport di Perugia (che per la prima volta si apre al mondo della bicicletta), Biblioteche di tappa, Biblioteche civiche torinesi. Nella valigetta in regalo alle biblioteche ci sono libri per bambini, ragazzi e adulti, selezionati nei cataloghi della piccola e media editoria: Ediciclo, Edizioni Ensemble, LIT Edizioni, Notes Edizioni, Sellerio, Sinnos, 66thand2nd.

Sarà possibile seguire “Libri nel Giro 2016” su: repubblica.it (pagina del ciclismo), www.bibliotecadellabicicletta.it, Tuttobiciweb (L’ora del Pasto).


Il Re sognatore, una storia di bici e di pace

C’era una volta un re, che non voleva sedersi su un sofà, ma su una sella, che però non voleva sedersi sulla sella di un cavallo, ma sulla sella di una bicicletta. Insomma, c’era una volta un re, che non voleva fare il re, ma il ciclista o il cicloturista o il cicloamatore o il cicloviaggiatore, e che avrebbe dato il suo regno per una bicicletta, e che avrebbe voluto fare la pace, non la guerra. Ma non era così semplice né facile. Però, fra desideri e distrazioni, fra tornei e avventure, fra Don Chisciotte e Ronzinante, fra canzoni (“Ma dove vai Re Julio in bicicletta…”) e poesie (“Io vorrei che nella Luna / ci si andasse in bicicletta / per vedere se anche lassù / chi va piano non va in fretta…”), “Il re sognatore” avrebbe pedalato nella storia. Felice e contento.

“Il re sognatore”: testo di Elisabetta Pagnani, video di Pier Francesco Giordano, teatrino in miniatura di Fernanda Pessolano, mp3a cura  di Angelo Pellini

 


Libri nel Giro - Biblioteca di Rivarolo Canavese

Libri nel Giro, progetto di promozione della lettura e cultura della bicicletta, promosso dalla Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza


Libri nel Giro - Biblioteca di Foligno

Libri nel Giro, progetto di promozione della lettura e cultura della Bicicletta, promosso dalla Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza


Libri nel Giro - Biblioteca di Bari

Libri nel Giro, progetto di promozione della lettura e della cultura della bicicletta, promosso dalla Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza


Libri nel Giro - Biblioteca di Salsomaggiore

Libri nel Giro, progetto di promozione della lettura e cultura della bicicletta, promosso dalla Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza


Ciclismo e letteratura

Ciclismo e letteratura.
a cura della Biblioteca della Bicicletta
intervengono.
Carlos Arribas, PHilippe Brunel, Claudio Gregori, Gianni Mura, Marco Pastonesi
video Marcello Pastonesi

progetto di Fernanda Pessolano